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Piante officinali
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Hypericum

Nome volgare: Iperico
Tipologia: Pianta Officinale - Medicinale

Famiglia: Ipericacee

Caratteristiche: Fusti brevemente striscianti quindi eretti, robusti, indivisi fino all'infiorescenza; foglie ovali lanceolate; corimbi densi, petali ellittici gialli Habitat: Prati aridi, cespuglieti, alte erbe boschive. 1000-2000 m.;Giugno agosto
Proprietà farmaceutiche: L'Iperico è un discreto vasoprotettore; ha proprietà cicatrizzanti, antidepressive, vasodilatatore; ha proprietà sedative, ipotensive e antinfiammatorie; ha proprietà antivirali, antieritematose e stimolanti . (Droga usata: sommità fiorite).
Viene utilizzato nelle infezioni delle vie respiratorie, nei casi di insonnia e di ipertensione arteriosa; contro la bulimia, l'herpes simplex, la gastrite e le infiammazioni delle mucose gastrointestinali; nelle forme di depressione leggera.
Infuso antisettico e analgesico: ponete 5g di sommità fiorite essiccate in 250ml di acqua bollente, per 10 minuti. Trascorso questo tempo, filtrate; consumatene due tazze al giorno. Uso in cucina: Le foglie (secondo il Mattirolo) possono essere usate come succedaneo del thè

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Hypericum perforatum L

Famiglia: Hypericaceae
Sinonimi: Hypericum vulgare (Lam.)
Nomi volgari: iperico, pilastro, erba di S. Giovanni, millebuchi, cacciadiavoli.
Etimologia: il nome del genere deriva dal greco e significa “pianta delle brughiere”, per altri invece sempre con derivazione greca significherebbe "contro i fantasmi", perché si credeva che l'erba respingesse gli spiriti maligni, i quali non potevano sopportarne l'odore simile a quello dell’inceso, infatti un altro nome popolare dell'iperico è " scacciadiavoli". Il nome specifico invece fa riferimento alla punteggiatura delle foglie, che viste in controluce sembrano perforate da tanti forellini.

Morfologia:
pianta robusta, perenne, rizomatosa, di aspetto erbaceo, fusti arrossati, eretti e ramosi, con steli che presentano 2 rilievi che danno l'impressione di stelo appiattito, fenomeno raro in botanica, in quanto generalmente la sezione degli steli è rotonda o quadrata. La pianta raggiunge il metro di altezza.
Le foglie sono opposte, quasi sessili o con brevi peduncoli, hanno lamina ovato-lanceolata cosparsa ghiandole traslucide che in trasparenza sembrano dei forellini
I fiori sono corimbi apicali di colore giallo-oro, posseggono 5 sepali ovali e 5 petali asimmetrici, dentati su un lato, ovali, sia la corolla che il calice sono ricoperti di puntini neri, che, se sfregati, tingono le dita di rosso, contengono una sostanza profumata e oleosa, l’ipericina.
I frutti sono capsule triloculari.

Distribuzione – habitat – fioritura:
diffusa in Europa e nell’Asia occidentale, in Italia è pianta comune cresce lungo i margini delle strade, ai bordi dei campi, nei prati aridi, nelle radure.Fiorisce da maggio ad agosto sino a 1.600

Proprietà ed usi:
erba dal sapore amaro-dolciastro ad azione rinfrescante, astringente e antinfiammatoria, localmente è anche analgesica e antisettica ma, nella moderna medicina erboristica l'erba di san Giovanni è impiegata soprattutto nella cura della depressione lieve.
L’olio può essere utilizzato per curare le ferite e per massaggiare parti indolenzite, in cosmesi si usa per dare tono alla pelle avvizzita, mentre l’infuso può essere utilizzato in caso di couperose ed arrossamenti.Il fusto seccato può sostituire il tè.

ATTENZIONE le preparazioni di Erba di San Giovanni sono induttori di enzimi che metabolizzano vari farmaci. Ciò può determinare la riduzione dei livelli ematici e degli effetti terapeutici di alcuni farmaci metabolizzati da questi enzimi quindi non usate rimedi erboristici senza consultare il medico.


Curiosità:
molte sono le leggende che riguardano l’origine del nome dell’erba di S.Giovanni, molto probabilmente è stata così chiamata perché fiorisce in estate, più meno nell’epoca in cui si festeggia S.Giovanni Battista (24 giugno), quale che sia l'origine del nome, è certo che nel medioevo, la notte della vigilia di san Giovanni, era costume dormire con un mazzolino d'iperico sotto il cuscino, nella convinzione che, così facendo, il santo apparisse in sogno e proteggesse il dormiente dalla morte per un anno intero; appenderne un mazzetto sulla porta di casa proteggeva dai demoni.
La pianta raccolta la notte di S.Giovanni, condizione indispensabile per la sua efficacia, si riteneva guarisse le più diverse malattie, predicesse l’avvenire attraverso l’aspetto del suo succo e proteggesse dal fulmine.
Nel passato la medicina tradizionale usava l’iperico per curare il morso dei serpenti.
Il suo succo, chiamato “sangue di S. Giovanni”era ingrediente indispensabile nella composizione di filtri e pozioni,con le quali si riteneva di poter influenzare la volontà umana.
La presenza in grande quantità nel foraggio può colorare il latte di rosso,ciò una volta era considerato sintomo di malocchio.

Note:
circa 370 specie appartengono a questo genere, diffuse soprattutto nelle regioni temperate.
Genere molto variabile che comprende numerose belle piante da giardino.


Fungoceva. Agraria Erbario Funghi d'italia
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